giovedì 15 gennaio 2009

Eccesivo catastrofismo? NO solo alcuni dati forniti dagli esperti della UE!

Per dare un quadro più preciso e per completare il post pubblicato il 12 gennaio, attingendo alle indicazioni fornite dalla UE, l'Europa meridionale (Portogallo, Spagna, Francia meridionale, Italia, Slovenia, Grecia, Cipro, Bulgaria e Romania meridionale) saranno le zone più colpite dalla siccità. Le stime collocano, entro il decennio 2080, il calo di precipitazioni annuali oltre al 40% rispetto i livelli registrati nel 1990, mentre le temperature supereranno di 4-5 °C in media quelle attuali.

La notevole riduzione di precipitazioni e l'aumento della temperatura incrementeranno fortemente il rischio di carenza idrica, siccità ondate di calore, incendi boschivi e perdita di specie ed ecosistemi. Il caldo estremo, da solo, potrebbe costare al vita a 55 persone su 100.000 ogni anno.

Nell'Europa occidentale ed atlantica (Benelux, parte della Francia, Germania settentrionale, Regno Unito, Irlanda e Danimarca) le tempeste e le alluvioni diventeranno più frequenti, le precipitazioni più intense e le temperature saranno tra i 2 ed i 3,5°C superiori ad oggi.

La situazione del Nord Europa sarà simile, ma il surriscaldamento maggiore e l'aumento delle precipitazioni (pari anche al 40%) contribuirà ad incrementare il rischio di inondazioni. Nonostante le potenzialità per coltivare nuove aree ed introdurre nuove colture (grazie alle stagioni di crescita più lunghe) questi mutamenti potrebbero mettere a rischio l'esistenza di intere foreste.

Secondo le proiezioni, gli aumenti delle temperature medie annuali in Europa centrorientale si aggirerebbero tra i 3 ed i 4°C rispetto ai livelli attuali, mentre le precipitazioni aumenteranno in inverno e si ridurranno in estate. L'agricoltura potrà beneficiare di stagioni di crescita più lunghe, ma al contempo risentirà dell'erosione del suolo, della diminuzione di materia organica nel terreno, della migrazione di malattie e parassiti, delle alte temperature e della siccità in estate. Le morti per freddo potrebbero diminuire in Polonia e Romania, ma aumenteranno i decessi dovuti al caldo eccessivo.

Insomma, dalla lettura del possibile scenario sopra riportato, non c'è da stare molto allegri; al di la dell'attendibilità più o meno marcata delle previsioni sopra riportate un dato è certo: in assenza di tempestive "inversioni di rotta", gli effetti del cambiamento climatico avranno pesanti ripercussioni nei nostri ambienti di vita e, di conseguenze, nelle necessarie strategie che dovremo attuare per contenerne gli effetti.

(Fonti consultate: "Adattarsi al cambiamento climatico" - pubblications. europa.eu; www.google.it/images)

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